Il Blog del Consulente Finanziario
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I Bias Cognitivi: come le nostre menti possono ingannarci
10' di lettura
Nel mondo degli investimenti, prendere decisioni razionali e ben informate è fondamentale per ottenere successo a lungo termine. Tuttavia, anche gli investitori più esperti non sono immuni ai bias cognitivi, ovvero a quegli errori sistematici di giudizio che derivano dal modo in cui il nostro cervello elabora le informazioni. Questi bias possono influenzare pesantemente le nostre scelte finanziarie, portandoci spesso a comportamenti irrazionali che possono compromettere i nostri obiettivi economici.
Ma cosa sono esattamente i bias cognitivi e come si manifestano nel contesto degli investimenti? In questo articolo, esploreremo le principali tipologie di bias cognitivi che possono affliggere gli investitori, analizzando come e perché si verificano. Inoltre, discuteremo delle strategie pratiche per riconoscerli e mitigarli, al fine di migliorare la nostra capacità di prendere decisioni finanziarie più consapevoli e razionali.
Che tu sia un principiante nel mondo degli investimenti o un professionista navigato, comprendere l'influenza dei bias cognitivi è essenziale per ottimizzare le tue scelte e ridurre al minimo gli errori costosi. Preparati a scoprire come la psicologia può influenzare i tuoi investimenti e quali misure puoi adottare per proteggerti dai suoi effetti negativi.
Cosa sono i Bias Cognitivi?
I bias cognitivi sono errori sistematici di giudizio e di decisione che derivano dal modo in cui il cervello umano elabora le informazioni. Questi errori possono influenzare negativamente le nostre decisioni, portandoci a fare scelte non ottimali o sbagliate.
I bias cognitivi sono il risultato di processi mentali automatici, e spesso inconsci, che semplificano la complessità del mondo, ma possono anche introdurre distorsioni e pregiudizi.
Questi bias nella vita quotidiana sono di per sé utili, in quanto ci aiutano a prendere decisioni velocemente e senza fatica. Il problema è che questi pregiudizi vengono applicati inconsciamente anche in altri contesti, come ad esempio quello finanziario, e in questi casi ci inducono a commettere errori.
Analizziamo quindi i bias cognitivi che più frequentemente influenzano l’investitore.
Familiarità
Il primo è quello della familiarità, ovvero quella tendenza a basare il nostro processo decisionale su schemi e risultati che abbiamo osservato in precedenza, che quindi riteniamo più conosciuti e familiari e tendono a trasmetterci più sicurezza. Questo comportamento lo vediamo molto frequentemente in quegli investitori che tendono a preferire azioni e titoli italiani, evitando pertanto quelli stranieri, nonostante una analisi più accurata consiglierebbe di fare il contrario.
Questo pregiudizio può comportare gravi perdite all’investitore, in quanto trascura completamente i possibili benefici che possono derivare dalla diversificazione, che come sappiamo oltre ad essere settoriale deve essere anche geografica.
Superare questo bias cognitivo è molto semplice, dobbiamo impegnarci ad essere più curiosi rispetto alle cose che ci sono meno familiari ed essere di mentalità più aperta.
Bias dell'over-confidence
Il secondo bias è quella della over-confidence, ovvero la tendenza di ogni essere umano ad avere un'eccessiva fiducia in sé stesso e sovrastimare il livello di affidabilità del proprio giudizio. Un risultato interessante emerge da una ricerca della Banca d’Italia relativamente all’alfabetizzazione finanziaria della popolazione italiana. È emerso che oltre il 50% degli intervistati sia risultato essere assolutamente incompetente in materia finanziaria ma la cosa curiosa è che un terzo di questi tuttavia sopravvalutava le proprie conoscenze.
Bisogna fare attenzione perché il pregiudizio della over-confidence può risultare dannoso per l’investitore, in quando ci induce a sottovalutare alcuni importanti rischi ai quali potremmo andare incontro. Potrebbe infatti indurci a credere di essere diventati esperti di finanza solo perché alcuni investimenti in qualche titolo azionario del momento sono andati bene.
Per superare questo problema, dovremmo chiederci se le nostre decisioni si basano sul nostro livello di conoscenza, e quindi su delle considerazioni puramente soggettive, o se abbiamo applicato la dovuta diligenza nella ricerca e nella raccolta delle informazioni e dei dati.
Hot hand bias
La diretta conseguenza del bias dell’eccessiva fiducia è l’Hot Hand Bias, o “fallacia della mano calda”, che, come già anticipato, consiste nell’errore di credere di essere diventati esperti di finanza grazie ad una serie di vittore consecutive, e per questo si è convinti di continuare a vincere anche in futuro.
Questo bias ci porterà ad aumentare il nostro livello di rischio pensando che le cose ormai non potranno che andare soltanto bene, quindi aumenteremo le dimensioni delle nostre operazioni o ne apriremo un numero eccessivo, oppure potremmo ridurre il livello di attenzione.
In realtà quando chiudiamo una serie di operazioni in profitto, questo è proprio il momento migliore per fermarsi un attimo e prendersi una pausa.
Sovraccarico di Informazioni
Un bias tipico degli investitori è quello del sovraccarico di informazioni. Si tratta di un bias cognitivo che si concretizza quando la quantità di informazioni a disposizione eccedono la capacità di una persona di gestirle ed elaborarle.
Immaginate di voler investire in una determinata azienda e cercate delle informazioni che possano aiutarvi a prendere la vostra decisione, andate quindi su internet e cercate articoli, guardate video e leggete vari forum, e alla fine avete così tante informazioni che non sapete più cosa fare. Questa moltitudine di notizie che ci piovono addosso da ogni direzione, anziché aiutarci, hanno l’effetto contrario di complicare il processo decisionale.
Per risolvere questo problema dovete innanzitutto filtrare le fonti da cui andate a reperire le varie informazioni, concentratevi più sulla qualità che sulla quantità, dopodiché analizzate ed elaborate le varie informazioni fino a prendere quella che secondo voi è la scelta migliore. Ricordate che se non siete convinti, o non avete le idee chiare, è sempre meglio lasciar stare.
Bias dell’ancoraggio
Il bias dell’ancoraggio è molto frequente tra gli investitori ed è quel pregiudizio che li induce a rimanere, per l’appunto, ancorati alle informazioni e alle idee originali.
Facciamo un semplice esempio, immaginiamo di essere interessati ad una azione che al momento vale 100€. La teniamo sotto controllo e dopo un mese, senza conoscerne i motivi, il prezzo è sceso a 50€. Indipendentemente dalle ragioni per cui il prezzo sia sceso, il bias dell’ancoraggio ci fa credere che questo prezzo sia una grande occasione, in quanto stiamo utilizzando come riferimento il vecchio prezzo di 100€, al quale siamo sicuri che prima o poi ritornerà.
Il fatto che le azioni si siano svalutate invece potrebbe essere tutt’altro che un’occasione, in quanto la diminuzione di valore potrebbe essere stata causata da un problema interno all’azienda o dalla perdita di un importante cliente, e molto difficilmente quindi il prezzo potrà tornare a quello originario. L’investitore che quindi acquista le azioni a 50€, ed ignora i motivi della svalutazione, a causa del bias dell’ancoraggio, è convinto di fare un grande affare in quanto nella sua testa c’è ancora come riferimento il prezzo di 100€.
Per evitare questo errore bisogna fare molta attenzione durante l’analisi e la valutazione di un titolo azionario o di qualunque operazione di investimento. Gli investitori di successo non solo basano le loro decisioni su più parametri di riferimento, ma valutano ogni azienda da diverse prospettive per ottenere il quadro più accurato e evitare errori grossolani.
Comportamento del gregge
Il sesto pregiudizio è l’herding, ovvero il comportamento del gregge, e si verifica quando le persone iniziano a comportarsi irrazionalmente basando il proprio giudizio su ciò che fanno gli altri e, come potete facilmente immaginare, negli investimenti, seguire il gregge, è spesso controproducente. Ancora peggio quando investiamo in qualcosa per sentito dire!
Per farvi un esempio, se siete al supermercato e sentite la signora Maria parlare con la sua amica che bisogna investire in criptovalute o in qualche azienda particolare, beh, in questo caso è meglio starci veramente lontani e se per caso li avete in portafoglio, forse è arrivato il momento di chiudere le posizioni.
Evitate quindi i rumors e le informazioni che diventano troppo polari, come vi ho detto poco fa verificate sempre le fonti e l’attendibilità delle notizie e dei dati che utilizzate per le vostre scelte finanziarie.
Avversione alle Perdite
L’ultimo pregiudizio è l’avversione alle perdite e questo si verifica molto frequentemente quando chiudiamo un’operazione in perdita. alla quale tendiamo a darle più importanza rispetto a quelle chiuse in profitto.
Questo ci porta ad assumere comportamenti irrazionali, e guidati dalle emozioni, che ci spingono a mantenere aperto un investimento che non è andato secondo i piani, e alla fine ci ritroviamo a perdere ancora più soldi.
Per controllare questo bias cognitivo dobbiamo essere coscienti che nel mondo degli investimenti è chiaramente possibile commettere degli errori di valutazione e chiudere delle operazioni in perdita. Ovviamente è poi una corretta gestione del rischio e della composizione del portafoglio che, nel medio-lungo termine, ci fanno essere profittevoli.
Il Goal-Based Investing
Come abbiamo già visto in altri articoli, il Goal-Based Investing, o investimento basato sugli obiettivi, rappresenta un approccio strategico che mira a superare i bias cognitivi legati agli investimenti. Questo metodo mette infatti al centro degli investimenti gli obiettivi finanziari personali dell'investitore anziché prestare eccessiva attenzione agli eventi di mercato o alle fluttuazioni a breve termine.
Adottare un approccio Goal-Based Investing consente agli investitori di concentrarsi sul raggiungimento dei loro obiettivi finanziari a lungo termine, come la pensione, l'istruzione dei figli o l'acquisto di una casa, anziché essere influenzati dalle emozioni o da reazioni impulsive ai movimenti di mercato.
Inoltre, stabilire obiettivi finanziari chiari e specifici favorisce una maggiore disciplina nell'allocazione delle risorse finanziarie e consente agli investitori di pianificare in modo più accurato e razionale la strategia di investimento da seguire, riducendo la probabilità di prendere decisioni basate su informazioni incomplete o distorte.
In conclusione, l'approccio Goal-Based Investing rappresenta un efficace strumento per superare i bias cognitivi legati agli investimenti, poiché enfatizza l'importanza degli obiettivi personali e promuove una gestione finanziaria più razionale e disciplinata nel lungo termine.
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